EDICOLA. Sì, è Super Kolarov. Quando il sinistro è più forte di tutto
GAZZETTA DELLO SPORT – Sotto la Sud aveva segnato appena quattro giorni prima, ma non era la stessa cosa. Perché un conto è segnare al Frosinone e un conto è farlo alla Lazio. Anche perché prima di questa settimana non gli era mai successo di segnare all’Olimpico, visto che nella scorsa stagione aveva fatto gol sempre fuori casa (Atalanta, Torino e Chelsea). In realtà all’Olimpico era andato in rete ma con l’altra maglia, quella biancoceleste.
E lo aveva fatto in un derby, quello del 2009, vinto dalla Lazio per 4-2. Il fatto che ieri Kolarov abbia segnato sotto la Sud, esultato (e quanto) sotto la Monte Mario (e davanti alla sua panchina) e poi festeggiato con il gesto dei pugni sotto la Tevere è un po’ una chiusura di conti definitiva con il passato. Il passato da ieri non c’è più. O forse, meglio, non gli verrà più rinfacciato.
Anche perché prima di lui era riuscito nell’impresa solo lo svedese Arne Selmosson: segnare in un derby con tutte e due la squadre, prima con la Lazio e poi con la Roma.
Del resto che Kolarov fosse in ripresa lo si era capito anche con il Frosinone. Forse le scorie (fisiche e mentali) del Mondiale si sono fatte sentire, forse ci voleva ancora un po’ per accelerare. “Mi fa piacere che abbia segnato lui, che aveva subito qualche critica dopo un campionato clamoroso nella scorsa stagione e giocando questo derby con un piede fratturato“, ha detto di lui capitan De Rossi.
Aggiungendo, poi: “Siamo una squadra di uomini veri“. E tra quegli uomini lì c’è ovviamente Kolarov, che ha giocato con la frattura della falange del quinto dito del piede sinistro.