EDICOLA. La Roma va in confusione
IL MESSAGGERO (Trani) – Il 1° ko esterno del 2018 in campionato è dolorosissimo: il Milan vince all’ultimo respiro (2-1). Ma meritatamente, sfruttando i secondi finali dei 5 minuti di recupero.
La Roma cade, perseverando nell’errore: regala il 1° tempo, proprio come contro l’Atalanta, spaventata da se stessa più che dall’avversario. Il parziale risveglio della ripresa non basta, la rimonta evapora sotto la pioggia a fine serata. I giallorossi vanno ad intermittenza e dietro si confermano fragili. Attualmente non si comportano da squadra.
FORMULA DI COPPA La serie A, insomma, non è la Champions. Basta vedere il primo tempo della Roma a Milano. Di Francesco, anche se con interpreti diversi, ripropone il sistema di gioco che, nella stagione passata, permise ai giallorossi di entrare tra i migliori 4 club d’Europa. A San Siro, dunque, si presenta con la difesa a 3 che umiliò, lo scorso 10 aprile, il Barcellona di Messi, Suarez e Iniesta all’Olimpico. Non andò bene, il 24 aprile ad Anfield.
In campionato, invece, ha preferito fare altro, usandola raramente, se non in corsa: l’ultima volta, dall’inizio, per pareggiare nel derby del 15 aprile. E’ tornato indietro, scegliendo questa soluzione per la partita di Milano, più per l’emergenza del momento e non per la convinzione che sia l’assetto ideale, pagando però la virata. La condizione atletica di alcuni titolari, a cominciare da Fazio e Kolarov, e l’assenza del terzino destro titolare Florenzi che di conseguenza lo costringe a schierare, dopo 10 mesi, Karsdorp dal primo minuto. Ecco il 3-4-1-2, con Manolas centrale in mezzo a Fazio e al debuttante Marcano, Nzonzi accanto a De Rossi e Pastore dietro a Schick e Dzeko che si sacrifica più dei compagni di reparto.
INDIETRO TUTTA Il pressing si vede solo all’alba del match, quando la Roma, alzando la linea difensiva, va aggredire il Milan. Dura, però, poco o niente. I giallorossi diventano presto timidi e passivi. E sciatti. Karsdorp è fuori dal gioco e, in fase difensiva, spesso si distrae. Fazio, senza collaborazione, sbanda. Pastore si nasconde, Schick è solo e abbandonato in avanti. I compagni restano dietro, Dzeko li invita a salire, come urla anche Di Francesco in panchina. Il Milan, equilibrato nel suo 4-1-4-1, prende coraggio e conquista campo. Nzonzi fa muro, De Rossi lo aiuta come può.
DILETTANTISMO DIFENSIVO Olsen devia in angolo le conclusioni di Higuain e Suso. La Roma, però, rimane statica e bassa, quasi chiamando i rossoneri ad avanzare. Schick, di testa, fa l’unico tiro dei giallorossi nella prima parte. Centrale, però. Il Milan, invece, approfitta della gaffe che proprio non ti aspetti. Di reparto e dei singoli. Karsdorp perde la posizione, Fazio si allarga per chiudere su Rodriguez che però ne anticipa la chiusura e Marcano, sul cross, non chiude Kessié che piomba sul secondo palo e segna a porta vuota. Da non credere, anche perché il rasoterra di Rodriguez passa proprio davanti a Olsen. Il Milan ha la superiorità a centrocampo, con Biglia a far scudo, Kessié e Bonaventura a spingere e con Suso e Calhanoglu che lavorano bene sui lati.
Di Francesco, non riuscendo a replicare sfruttando le fasce con Karsdorp e Kolarov, cambia dopo l’intervallo e passa al 4-2-3-1 con El Shaarawy per Marcano. La Roma adesso sta un po’ meglio in campo, anche se Schick sulla destra esce di scena. Fazio pareggia, destro nell’angolo. Cristante, davanti al ct Mancini, entra da trequartista, fuori Pastore. Karsdorp è stanco, tocca a Santon. Interviene pure Gattuso: Laxalt per Rodriguez, Castillejo per Calhanoglu e Cutrone per Bonaventura. Il Var annulla un gol a Higuain che segna in fuorigioco e uno a Nzonzi che si aggiusta il pallone con il braccio sinistro prima di far centro. Al fotofinish il gol di Cutrone: si addormenta Nzonzi, fin lì il migliore, Higuain gli ruba palla e inventa l’assist. Con Santon spettatore, come gli altri acquisti di quest’estate