ROMA-CHIEVO. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Roma-Chievo? Solo la copia di mille riassunti, per dirla con il Samuele Bersani del noto brano Giudizi Universali.
Roma in un momento difficile, avversario in condizioni pessime: quale occasione migliore per rilanciarsi? Domanda da risposta positiva per tante squadre; retorica, al contrario, per i giallorossi.
Il campo ci dice di una Roma che parte bene col suo 4-3-3; che si porta in vantaggio con El Shaarawy servito da Florenzi, migliore in campo; che concede relativamente poco all’avversario; che non soffre le tante (troppe) disattenzioni varie.
Il 2-0 è una bell’azione che esalta la capacità d’inserimento di Cristante (per me uno dei più positivi) con un risultato che, a quel punto, andrebbe solo arrotondato per mandare soddisfatti a pranzo i 40.000 dell’Olimpico.
Invece la ripresa si apre con la possibilità di chiudere la partita, ma l’immancabile Sorrentino si frappone tra Pellegrini e la gioia del primo goal in campionato per il centrocampista.
La rete di Birsa offre a quel punto la negativa convinzione che il pareggio possa arrivare, così come il “braccino” per i giallorossi, preoccupati da una fragilità difensiva lo scorso anno nemmeno ipotizzabile.
Dice… Perché Di Francesco ha cambiato modulo? Si potrebbe rispondere perché se deve sostituire una mezzala l’alternativa è Zaniolo, con tutto il rispetto per il giovane che si farà.
Come giovane, ma soprattutto ancora lontano dalla forma migliore, è Karsdorp, alternativa per il momento complicata da utilizzare sulla destra.
Non sparate sul pianista!, verrebbe da dire ora. Ma essere un buon allenatore e soprattutto una brava persona non aiuta Di Francesco, nel calcio dei soldi, dei capri espiatori e delle connessioni (internet) interrotte.
A lui l’onere di lavorare con una squadra inferiore a quella della scorsa stagione, soprattutto dal punto di vista della personalità; alla società quello di impedire che i giocatori possano “mancare di determinazione”, come detto da qualche protagonista.
Mercoledì si va a Madrid: non serve aggiungere altro.