EDICOLA. Mille tecnici. Ma allo stadio pensa Torino
IL TEMPO (Magliaro) – In Campidoglio le bocche sono sigillate: ufficialmente nessuno sa nulla. Poi, ufficiosamente, arrivano le conferme sul (futuro) incarico per il Dipartimento Infrastrutture e Ambiente del Politecnico di Torino per l’analisi sui flussi di traffico del progetto Stadio della Roma di Tor di Valle. Analisi che saranno limitate solo a riguardare il già fatto e senza alcun allargamento della base scientifica dei dati.
Il sindaco, Virginia Raggi, frena: “Ho chiesto che si cercasse – dice a Tele Radio Stereo – un soggetto terzo per fare ulteriori verifiche affinché fossimo garantiti dalla terzietà del soggetto. Questo non è stato ancora individuato. Ad oggi ci sono solo delle ipotesi”, dice riferendosi al Politecnico. Che, pere, sarebbe stato scelto proprio per l’alta specializzazione del suo Dipartimento di Infrastrutture. Come sempre, dalla fu “casa di vetro” del Campidoglio filtrano sussurri: la frenata sarebbe legata proprio al problema del pagamento: non può essere il Comune a pagare con soldi pubblici il Politecnico (o chi per esso) per esaminare un progetto privato modificato proprio su disposizione del Comune stesso. E filtra anche da più di qualche autorevole fonte che al “soggetto terzo”, per usare l’espressione della Raggi, non verrà chiesto altro che di riguardare gli esistenti studi sul traffico già allegati al progetto vagliato dalla Conferenza di Servizi. E questo nonostante le intercettazioni di Parnasi che si raccomanda con i suoi di non parlare del caos traffico dopo il taglio del Ponte di Traiano. Niente nuove simulazioni, niente approfondimenti, niente ulteriori studi con orari di ingresso e di uscita dallo Stadio: troppo alto, evidentemente, il rischio che l’allargamento della base dei dati scientifici non confermi la bontà delle decisioni della Raggi e dei 5Stelle sul taglio delle opere pubbliche operato per poter diminuire le cubature a compensazione, tagliare le tre torri di Libeskind e vendersi un hashtag su twitter.
Meglio cercare un terzo che garantisca una bella pacca sulla spalla: il “soggetto terzo”, quindi, se sarà confermata l’indiscrezione, dovrà solo limitarsi a guardare gli studi già effettuati e, possibilmente, dire che possono anche andare bene. A questo punto, però, se realmente sarà questo il compitino da fare, la domanda investe la necessity di un “soggetto terzo”: in Campidoglio c’e Roma Servizi per la Mobility con 55 fra dirigenti e quadri, i dipendenti di Risorse per Roma (623) più 180 fra funzionari dirigenti tecnici (29), ingegneri (147), esperti di pianificazione e gestione di reti di trasporto (sono 2) ed esperti in pianificazione urbanistica e progettazione di infrastrutture (2 anche qui). In totale fanno più di 850 persone qualificate. Eppure, senza gara d’appalto, senza bando, alla chetichella si ricorre a un “soggetto terzo”. Quando si dice, la fiducia nei propri dipendenti…