A PRIMA VISTATOP

ROMA-ATALANTA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Vedi la Roma perché passa in vantaggio: non è una frase a effetto, è la sintesi di un primo tempo trascorso totalmente in balìa dello spartito tattico di Gasperini e del ritmo dell’Atalanta, costantemente prima sul pallone. Nota a margine: nella panchina orobica scaldano i motori in vista del Copenaghen De Roon, Hateboer e il “Papu” Gomez.

Dov’è Dzeko? Alla ricerca di quei palloni che dovrebbe ricevere e che deve arretrare perlomeno di venti metri per andare a procacciarsi. Conclude centralmente in un’occasione, è uno dei pochi a trovare lo spiraglio per farlo, a parte qualche velleitario tentativo che atterra sulla pista d’atletica.
Balbetta Olsen quando lo si chiama al disimpegno con i piedi, ma le titubanze del reparto che gli sta davanti sono quantomeno contagiose. In un’occasione si esibisce in un intervento a terra del quale va celebrata la reattività.
E il tacco di Pastore? È bello, pretenzioso e millimetrico, oltre che millimetrato, come certi fogli da architetto, ma evapora già dopo un quarto d’ora circa, quando Rigoni e compagni cominciano a comporre versi e melodia della gara. E dire che avrebbero dovuto avere la testa alla gara di coppa, come appariva scontato alla lettura delle formazioni.
Fuori Cristante e Pellegrini dopo 45’: oggi parlare del centrocampo è come sparare sulla croce rossa, sfiorando al contempo un nervo già scoperto molte ore prima del fischio iniziale di Fabbri.
N’Zonzi, contrasto vinto con intervento cristallino sul pallone: ammonito. Benvenuto nel campionato italiano.
Dopo il gol di Florenzi, diviene caotica partita, con la compassata lucidità del Campione del mondo a beneficio della Roma.
Quando arriva anche Schick, la trazione anteriore porta Ünder ad arretrare di qualche metro, con il ceco che, anche per la freschezza, deve essere il principale incursore.
In mezzo a tante punte, il miglior inserimento offensivo lo trova Manolas in occasione del tre a tre.
Alla fine del primo tempo, hai pensato che potesse finire malissimo; alla fine della partita, che la rimonta si stesse per compiere: forse per questo è sostanzialmente giusto un pareggio che, in assoluto, delude; soprattutto perché si è dovuto attendere che loro iniziassero a pensare al bivio europeo.
Strootman? Ci vorranno tempo e risultati affinché cicatrizzi.

 

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