SOTTOPASSAGGIOCAMPIONATOTOP

SASSUOLO-ROMA SOTTOPASSAGGIO. Quando Abbattista fischia la fine, si pensa subito a come sia finita all’Olimpico e ci si sorprende nel constatare che, stasera, Inzaghi guarda più in basso di Spalletti….

di Paolo MARCACCI – Monchi sorridente che entra nel selfie di due nelle tifose; il gol rocambolesco di Manolas – feat Pegolo – che chiude la prima frazione di gioco; i sorrisi di Dzeko, le parate di Skorupski a puntellare una Roma rilassata ma presente, in una partita vera e dai ritmi piacevoli. Tamburello di occasioni e pubblico divertito, al Mapei di Reggio Emilia, dove nacquero il Tricolore d’Italia e dove la Roma è già sicura della più grande Europa. Va salvaguardato il terzo posto, perché quella è la gerarchia di un campionato in cui, se è vero che la Lazio meriterebbe di arrivare davanti all’Inter, è ancor più vero che la Roma è molto più forte di entrambi; tra l’altro, se c’è una proporzione poco rispondente alla realtà, al vertice del campionato appena concluso, sono i quattordici punti tra Napoli e Roma, oggettivamente non traducibili nella realtà tecnica delle due compagini.

Si abbassano i ritmi, nella ripresa, restano aperti gli spazi; il Sassuolo chiama in campo Timo Letschert in luogo dell’infortunato Peluso; la Roma, seppur con una voglia di trolley e di check-in, tiene al mantenimento delle redini della partita, come aveva dimostrato il giallo rimediato da Fazio per un’entrata tutt’altro che vacanziera.

Non che ci sia molto da dire; questo lascia tempo a un certo autocompiacimento per gli episodi più fulgidi vissuti durante la stagione ma, soprattutto, per riflettere su quanto possa diventare competitiva questa rosa se opportunamente arricchita e sistemata nei settori chiave. Al minuto 70 Schick cede il posto a El Shaarawy e già in questo cambio c’è tanto talento, potenzialità ancora in parte inespresse, forse un esubero per la stagione a venire. Chissà, di certo la Roma non può tornare indietro rispetto al passo fatto quest’anno verso una crescita stabile e verso una mentalità irrobustita dall’aver constatato che nulla o quasi è davvero impossibile, quando si interpretano a dovere impegni e situazioni. Nel frattempo, Babacar per Berardi nel Sassuolo; nella Roma, Capradossi per Florenzi.

Nessuna grossa occasione da segnalare fino all’ultima tornata di cambi, quella che vede Biondini rilevare Missiroli nel Sassuolo, dopo che nella Roma Gerson era entrato al posto di Perotti.

Quando Abbattista fischia la fine, si pensa subito a come sia finita all’Olimpico e ci si sorprende nel constatare che, stasera, Inzaghi guarda più in basso di Spalletti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *