CAGLIARI-ROMA SOTTOPASSAGGIO. Che fatica, ma che peso questi tre punti!
di Paolo MARCACCI – È dietro a Fazio e davanti a Gerson, nella fila romanista che si avvia verso il terreno di gioco quando Di Bello dice che è ora di cominciare: non sapeva che sarebbe toccato a lui, sin dal primo minuto, Elio Capradossi, però ha la faccia di chi è pronto, anche se non basta l’espressione del viso, a far sembrare grande qualcuno. In bocca al lupo a Manolas per lo
smaltimento della sua contrattura.
È primavera inoltrata, nell’ aria dolce di Cagliari , premesse più di mirto che di salvezza, per il momento.
Prevedibile il copione, per quanto vivace, come del resto il divario tecnico tra Cagliari e Roma. Per il quarto d’ora iniziale i sardi mettono in campo tutto quello che hanno, compreso un agonismo che la classifica rende eccessivo: non è un caso che gli uomini di Lopez chiudano la prima frazione di gioco con Lykogiannis e Barella entrambi ammoniti per vistose azioni fallose.
La Roma? Stanca ma al tempo stesso lucida nell’imporre la qualità del palleggio; con il vantaggio che arriva allo scoccare del quarto d’ora: apertura nitida di Dzeko dalla trequarti, diagonale millimetrico di Ünder che sorprende Cragno sul palo alla sua destra, proprio per la calibratura della traiettoria, che se il palo avesse una pelle sentirebbe il soffio della palla sfiorargli i pori. È vero che si dovrebbe, nel prosieguo della prima frazione di gioco, cercare il raddoppio con maggiore insistenza; è altrettanto certo che Alisson non può distrarsi, soprattutto quando un intervento in scivolata di Bruno Peres verso la propria porta lo costringe a esibire un riflesso da pantera, con l’immediata extrasistole di ogni tifoso romanista.
Bene Capradossi, al termine dei primi 45′: sicurezza, lucidità, nessuna titubanza.
Si ricomincia da un’uscita avventata e a vuoto di Alisson su Farias, il che traduce la soglia agonistica a cui i cagliaritani si appigliano e la necessità di non trascurare alcun particolare, da parte della Roma, proprio per ratificare là propria supremazia tecnica.
Farias si ritrova di nuovo davanti ad Alisson, poco prima dello scoccare dell’ora di gioco, ma incredibilmente, al momento di battere a Rete, si perde letteralmente il pallone fra i piedi. Partita che va gestita, ma non solo: senza il raddoppio romanista resta viva, tesa e in balia dei vari episodi. La Roma fa un po’ fatica ad arrivare dalle parti di Cragno, al minuto 59 il cambio, obbligato, che potrebbe aiutare la spinta romanista: si blocca la coscia di Bruno Peres, tocca a Florenzi.
Passata l’ora di gioco, è più efficace la pressione romanista, così come più spezzettato si fa il tempo effettivo di gioco, a causa dei falli cagliaritani e della fatica che moltiplica i crampi, come quelli che, per esempio, costringono Capradossi – più che positivo – a lasciare il campo per far posto a Silva, con Kolarov che si adatta a fare il centrale. Proprio, il serbo, al minuto 72, anticipa Pavoletti in scivolata, intervenendo di netto sul pallone; la “Sardegna Arena” invoca il rigore, seguono momenti di affettazione, di consultazioni soltanto via auricolare, di misure disciplinari: ammonito Ionita del Cagliari, espulso dalla panchina il tecnico Lopez.
Minuto 77: Sau per Farias.
Roma stanca ora, Cagliari confusionario.
Tutta la fatica di Dzeko nel tenere alta la squadra. Comincia ad arrivare anche qualche retropassaggio verso Alisson. Minuto 83, Cossu per Ionita. Buttano abbastanza sterilmente palla in area romanista, i rossoblù; un errore di Kolarov al minuto 83 favorisce l’incursione in area da destra di Sau: monumentale Alisson, che apre le ali uscendo a terra. Al minuto 84, Ünder cede il posto a Schick.
Non è tanto il Cagliari a complicare la vita alla Roma, quanto la squadra giallorossa a complicarsela da sola, tra errori in disimpegno e malintesi, come quello tra Gerson e Silva da cui nasce un’incursione cagliaritana per fortuna senza esiti significativi.
Piovono cartellini, qualche giro di lancetta prima del novantesimo: Gerson, Ceppitelli.
Minuto 89: Han Kwang Son per Padoin nel Cagliari.
6′ di recupero: la “Sardegna Arena” spera, la Roma si raccoglie in area.
Al minuto 94 un sinistro di Dzeko, in girata secca, finisce alto ma se non altro serve a spezzare la disordinata pressione cagliaritana.
Al sesto di recupero Dzeko mette la palla in culla e la coccola sulla fascia sinistra; qualche secondo dopo arriva il triplice fischio.
Che fatica, ma che peso questi tre punti!