ROMA-BARCELLONA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Fatela vedere questa partita. Portatela nelle Scuole Calcio, a Coverciano e fatela studiare. Ci dovranno essere delle tesi su Roma-Barcellona del 10 aprile 2018 e sul capolavoro tattico di Eusebio Di Francesco. Uno straordinario, umile, serio, onesto allenatore.
Un’impresa resa possibile da lui e dalla squadra, convinta dal tecnico che non si doveva fare un’amichevole di lusso contro i “marziani”, ma una partita in cui provare a superare il turno.
“Si gioca a 3 dietro”, riportavano le indiscrezioni della vigilia, confermate dalla disposizione della squadra al fischio d’inizio. Ma poi c’è lo sviluppo, per dirla con Di Francesco. Roma a 5 in fase difensiva, con Fazio che si trasforma però in centrocampista. Una delle mosse – se non La mossa – geniali di Di Francesco.
In una serata così è difficile parlare di migliori ma ci sono alcuni giocatori che non possono non ricevere una menzione speciale. Fazio ovviamente è uno di loro. Una partita impressionante dell’argentino, che alle consuete chiusure, agli stacchi di testa e alla personalità ha aggiunto la costruzione che gli ha chiesto l’allenatore, arrivando anche a sovrapporsi in più di un’occasione sulla fascia destra (suo il cross per il colpo di testa a lato di Schick).
Un altro è De Rossi. Gioca una gara perfetta, dove trova goal e assist rimediando (come Manolas, meraviglioso) a errori e sfortuna della gara d’andata. Si è rivisto quel giocatore sensazionale che una decina d’anni fa Mourinho volevo portare con sé in ogni modo. Ha tirato un rigore di una difficoltà unica, con il pallone che pesava qualche quintale.
Poi c’è Džeko. Rimasto a Roma nonostante la società lo avesse praticamente venduto a gennaio, fa una prestazione che, forse, il miglior Van Basten. Quest’anno probabilmente non arriverà ai 39 goal della scorsa stagione ma il peso specifico delle sue reti è cresciuto rispetto a un anno fa, quando nelle gare a eliminazione diretta ha sbagliato delle prime occasioni in cui oggi si sta dimostrando invece infallibile.
Venerdì aspettiamo con ansia il sorteggio perché a questo punto, sempre con umiltà e consapevolezza, non si può non pensare di provarci fino in fondo. Godiamoci la festa ma già da oggi pomeriggio iniziamo a pensare al derby: come fanno le grandi squadre, senza crogiolarsi in ciò che hanno fatto, ma guardando a ciò che c’è da fare.
Nei 180’, al netto degli errori fatti dalla Roma, il Barcellona ha avuto pochissime occasioni, Messi non ha segnato, Valverde ha fatto turnover sabato e giocato in entrambe le partite con Sergi Roberto, tendenzialmente un terzino, all’ala: tutte mosse di rispetto per la Roma e per Di Francesco.
Solo a Falcao si dava 10 in pagella, in una delle scene mitiche del primo “Vacanze di Natale”, del 1983: nel tempo il voto lo hanno meritato Francesco Totti e, da ieri sera, anche Eusebio Di Francesco.
PS: ieri era il 10 aprile, ricorrevano otto anni dalla scomparsa di Roberto Venturelli, da tutti conosciuto come “Coca-Cola”: grazie alla Sud, di cui per tanti anni ha guidato i cori, che l’ha ricordato con uno striscione e intonando il vecchio canto del Commando Ultrà Curva Sud.