RIVISTA LA ROMA. Schegge di Memoria: Al di là del Muro
Nell’ultimo numero della storica rivista giallorossa, si celebra il momento giallorosso che la vede protagonista in Italia ed in Europa. Queste emozioni ci riportano alla memoria momenti indelebili della nostra storia, che ripercorriamo sull’ultimo numero della rivista attraverso il racconto delle grandi rimonte del passato e la vittoria contro i tedeschi dell’est della Dinamo Berlino. A raccontacelo è la romantica penna del Prof. Paolo Marcacci.
Come sempre per i nostri amici digitali, un piccolo assaggio…
Vi aspettiamo in edicola!!!
LA ROMA 367 – APRILE 2018
SCHEGGE DI MEMORIA: Al di là del Muro
di Paolo MARCACCI
Marzo 1984, Quarti di finale di Coppa dei Campioni; si chiamava così, e a volte si giocava di pomeriggio.
Quando poteva accadere che due Europa e due mondi si ritrovassero a battere un calcio d’inizio…
Se dovessimo spiegare a un giovane lettore cosa siano stati gli anni ottanta, prima di parlargli della Guerra fredda, o della cortina di ferro, gli parleremmo di cos’erano le coppe europee di calcio, di quello che rappresentavano per noi, che le aspettavamo come un premio, una festa, come l’appuntamento più importante di quei nostri mesi fatti di scuola, voti belli e brutti, professori che nella maggior parte dei casi nemmeno sapevano che ci sarebbe stata una partita, campetto parrocchiale dove ci allenavamo, compagne di classe di cui eravamo segretamente innamorati e che nemmeno ci guardavano.
Avrebbe tutto il diritto di non capire, quel nostro giovane lettore, verosimilmente appassionato di calcio e tifoso romanista; con la sua overdose di calcio perlopiù televisivo, sovraesposto, a ciclo continuo con la Champions a gironi nella fase iniziale e la sterminata vastità dell’Europa League. Perché lui non ha mai provato né proverà mai l’attesa del mercoledì di coppa: era l’unico giorno della settimana deputato alle competizioni internazionali, che all’epoca erano tre, perché esisteva ancora la Coppa delle Coppe, che negli anni poi perse importanza, al punto tale che nemmeno si ricorda chi l’abbia vinta, l’ultima edizione, perché già in quel periodo era poco rilevante.
Lo cita anche Paolo Villaggio, il mitico mercoledì di coppa, in uno dei suoi ultimi “Fantozzi”, definendolo – Unica gioia della mia vita – con un po’ di grottesca esagerazione ma con grande realismo nel tratteggiare la sacralità del rito. Però a un certo punto dovremmo raccontargliela la Guerra fredda, a quel giovane tifoso, perché dopo aver
visto le partite che la Rai trasmetteva in diretta, c’erano le sintesi delle altre italiane, la maggior parte delle quali giocavano in Coppa UEFA, che secondo alcuni era anche più difficile della Coppa dei Campioni; alla fine
poi c’era il riassunto di tutti i risultati, letti o per meglio dire declamati da Giampiero Galeazzi, alcuni dei quali arrivavano a tarda, tardissima sera, da tutta Europa.
(…)
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