DI FRANCECO “Una grande soddisfazione essere tra le prime 8, ma sono felice per la Roma e per i ragazzi”
L’allenatore giallorosso Eusebio Di Francesco è stato intervistato dal canale ufficiale del club giallorosso ROMA TV nel corso della trasmissione ‘Extra Time’. Queste le sue dichiarazioni:
La Roma contro il Chelsea, dal punto di vista dell’interpretazione è stata la migliore
Sono d’accordo perché credo che sia stata la partita che ha fatto cambiare la testa della squadra. Quando proponi qualcosa di nuovo si aprono spazi dietro. Ha dato forza a quello che io proponevo. Aver avuto la possibilità di lavorare con i ragazzi in ritiro darebbe stato importante. Col tempo ci siamo conosciuti meglio e siamo migliorati. Da una ricaduta abbiamo fato tesoro e speriamo non accada più. Abbiamo fatto capire che con Kolarov, in linea con il nostro attaccante, la nostra aggressività. Magari tenendo stretto il terzino opposto.
Si può riproporre sempre questa situazione?
Si, dipende anche dalla tua giornata e degli avversari. L’importante è stare bene fisicamente e dare delle sicurezze ai ragazzi. Non prepari una partita solo alla lavagna, in allenamento la parte dinamica è fondamentale. Non sempre ci si riesce. Al di là di essere aggressivi è la capacità di rimanere corti a fare la differenza e non essere passivi. Vantaggio non essere passivi ed accettare il palleggio degli avversari, ti toglie forza e sicurezza.
Un gioco che richiede molta intensità..
Prima di tutto è mentale e poi viene l’aspetto fisico. L’alleni durante la settimana e la domenica col risultato e prestazione ti convinci. C’è stato il periodo dove abbiamo fatto un tempo bene e poi male, a intermittenza. Lì abbiamo letto le situazione male, quando perdiamo un po’ di freschezza magari ci possiamo abbassare un po’ ma dobbiamo rimanere sempre corti. E’ successo a Kharkiv dove nel primo tempo abbiamo recuperato tanti palloni, nel secondo tempo eravamo un’altra squadra.
La pressione?
Quello che fa impaurire il calciatore è la pressione dell’avversario, se la si subisce troppo è finita. Ci sono squadre di qualità che escono dalla pressione e se tu dopo tre pressioni sbagliati non ce la fai, inizi a preoccuparti. Ünder, per esempio, ha sbagliato qualche uscita in Ucraina, Ismaily è un giocatore capace di cambiare gioco facilmente e se non lo pressi è libero di fare ciò che vuole. Serve densità dentro e recuperare prima palla. Se tu sbagli le pressioni ti cambia tantissimo, ti toglie densità in mezzo al campo dove riesci a recuperare palla e diventi più pericoloso.
La partita con il Napoli?
Era un momento particolare dove avevamo bisogno di risultati. Loro sono bravi a giocare tra le linee, normale che qualche imbucata te la fanno. C’è la qualità, le scelte dei calciatori che fanno la differenza.
La Roma ha fatto vedere anche di potersi adattare.
Anche contro lo Shakhtar, siamo rimasti corti e non abbiamo concesso niente all’avversario. Ci sono delle partite cin cui le squadra palleggiano bassi e noi dobbiamo essere bravi ad andarli a prendere. Se torniamo indietro della prima parte di stagione, abbiamo fatto tanti gol recuperando palla, per capire che i ragazzi hanno trovato vantaggio e acquisito sicurezza
Il periodo di calo ti ha fatto cambiare idea sulla mentalità?
Quando possibile mantengo la mia mentalità, il pensiero è quello di far morire il prima possibile il gioco degli avversari, vai lì e dimostri di poter dominare la partita, è il segnale. Il Barcellona ti porterà al contrario ma la forza è di far fare il meno possibile.
Subentra l’intelligenza della squadra…
Ogni squadra è diversa, la tua mentalià è la stessa però. Quando incontri squadre che hanno poco palleggio, che sviluppano poca manovra, ti permettono di dominare la gara col palleggio. Non tutte le squadre ti permettono questo. Non dobbiamo partire col pensiero di aspettare, ci può stare però. Ogni gara fa storia a sé e noi dobbiamo cambiare atteggiamento se serve, ribadisco che l’importante è rimanere in queste due fasi corti, quello che ci è mancato quando siamo calati, pagavamo in maniera impressionati i minuti fatti male, non eravamo belli nel senso che non eravamo compatti.
Adani ha spiegato il suo gioco
Adani ha toccato quello che penso io, non mi piacciono gli attaccanti che attaccano le bandierine. La preoccupazione di tutti era che Fazio non poteva giocare nella difesa a 4. E’ il giocatore più bravo a lavorare nell’anticipo nella metà campo avversaria.
Il derby e le aggressioni della Roma.
Radu era basso e per questo non abbiamo accorciato subito. L’errore non è di Radu ma siamo stati bravi noi. Chi doveva accorciare era de Vrij.
Qui c’è il succo della riconquista della palla alta…
Può succedere anche a te. Fazio ha perso una palla a Crotone e Trotta era in parte. Può accadere anche per colpa dell’allenatore. Magari ti rimane sotto il pallone, succede anche questo. Bisogna vedere sempre dove uno vuole arrivare.
Nainggolan?
Ho voluto scegliere il ruolo quasi da mezzala col Torino perché la squadra non riusciva a fare al meglio il 4-3-3. Per avere maggiore aggressività e per mettere un giocatori vicino a Schick ho messo Radja là. Il 4-2-3-1 l’avevo attuato per cambiare anche qualcosa nella testa dei ragazzi, era legato all’aspetto fisico. Poi ho rimesso il 4-3-3 e abbiamo fatto risultati importanti lo stesso. Un Radja o quelli che metti in campo ti fanno capire che puoi giocare in qualsiasi modo. La differenza rispetto all’anno scorso la fa la capacità realizzativa. In tante occasioni ha preso dei pali, l’anno scorso il gol gli arrivava con più facilità. Ma gli chiedo questo atteggiamento, da esterno può cercare anche il cross. Se voglio affrontare una squadra in cui mi serve un ‘piede di parte’, gli chiedo di giocare a destra. E’ disponibile a giocare dove gli chiedo. A Torino ha voluto fare quasi la mezzala ed è cambiata la squadra. Sono annate, magari si fanno tanti gol, ma Radja negli anni precedenti non aveva fatto tanti gol.
Alisson come libero aggiunto?
Nella squadra corta il portiere è fondamentale, è inutile che lavori attaccato sotto la traversa, sono in pochi a tirare da 80 metri. Per essere aggressivi il portiere è determinante. Sul gioco con i piedi è migliorato tanto e lo faccio partecipare anche agli allenamenti di reparto. La sua grande qualità è quella di semplificare le cose difficili. E’ un grande portiere
Ci avviciniamo alla Champions, che effetto fa essere tra i migliori 8 d’Europa? Tutti gli altri allenatori scelgono la difesa a 4…
Una grande soddisfazione, ma sono felice per la Roma e per i ragazzi. Abbiamo sicuramente perso qualcosa in campionato, potevamo fare tanto di più. Ma come dico sempre non accontentiamoci e non guardiamo chi abbiamo dietro. Guardiamo noi stessi e affrontiamo le squadre con lo spirito giusto. Il Barcellona? La paura non aiuta. Sono molto amico di Montella, ho condiviso lo spogliatoio con lui, ma se tra i primi 8 d’Europa devo sceglierne uno scelgo Guardiola. Mi piace come riesce a lavorare con le sue squadre. Nel City gli hanno dato tempo di lavorare e sbagliare, hanno investito e la squadra inizialmente ha faticato a interpretare il suo pensiero. Guardiola gioca con il fatto di non voler dare riferimenti agli avversari, gli spazi e i tempi nel calcio sono troppo importanti e lui è bravo a curare questi aspetti.
Un altro giocatore che ha interpretato bene l’aggressione alta era Aquilani, che ha avuto al Sassuolo.
Un giocatore veloce di testa, con lui ricercavo sempre la palla in verticale per muovere gli avversario. Al Sassuolo ci diede una grande mano, avevamo fatto l’Eurooa League e non avevamo giocatori abituati a 3 partite di fila.
Questa situazione di gioco?
Questa palla col Crotone aveva poco senso, loro scappavano molto in anticipo, tendevano a salire senza palla. Ci sono giocate simili anche a Kharkiv, dove Dzeko è andato di poco in fuorigioco. E’ una giocata che va fatta dal centrocampista centrale, che ha più spazio per vedere.
Due ragazzi che attraversano momenti diversi, Schick e Under. Con la Samp lo mise a destra e fece bene.
Deve solo continuare a lavorare, le opportunità sono dietro l’angolo. Ha sempre dimostrato che quando scende in campo con la testa giusta può giocare ovunque. Preferisce smarcarsi sul centro-destra, gli volevo far fare un po’ l’esterno ma non nel senso di un’ala. non sempre è stato facile ma non per colpa sua. Si è allenato col contagocce ed è stato a lungo infortunato, ma sul suo talento non ne parliamo…
Potremo rivederlo largo a destra?
Nel 4-3-3 non c’è una zona definita, ci può rigiocare benissimo, anche per le sue carattetistiche. Dzeko ha più caratteristiche da centravanti, gli riesce poco l’attacco della profondità, tende a fare il giro largo. Deve essere più bravo ad attaccare la porta.
E Under?
Il suo primo gol nasce dalla sua continuità nell’allenarsi e dalla posizione che va a prende, riceve tra le linee e si accentra: così ammazza gli avversari.
E’ il più cattivo quando calcia in porta…
Ha una capacità di prepararsi al tiro impressionante. E anche la velocità di esecuzione. Come lo era Montella, non te ne accorgevi e già aveva calciato.
Spalletti, Inzaghi, Gattuso: una qualità di questi 3.
Conosco Luciano meglio di tutti. Mi temeva? Aveva grandi qualità, è sempre stato un grande estimatore di Zeman, non so se l’ha mai detto: era molto bravo con gli attaccanti. Inzaghi è cresciuto per la gestione del gruppo, non me l’aspettavo per l’età e per la poca esperienza. Sembra più maturo rispetto all’età che ha. Gattuso ha abbinato il suo grande cuore e il senso di appartenenza, la squadra lo rispecchia. E a livello tattico il Milan ha concetti giusti. Una vera sorpresa.