BARCELLONA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Il giorno successivo la rabbia per le modalità con cui la sconfitta è maturata, e per le dimensioni, non accenna a scemare.
Di Francesco, col materiale che ha a disposizione, aveva preparato perfettamente una partita indirizzata dai tuoi errori e da quelli “fisiologici” dell’arbitro: i fischietti, storicamente, tendono a non intralciare il percorso in Champions delle due corazzate spagnole, anzi.
Il tecnico giallorosso sceglie Bruno Peres (forse la miglior prestazione da quando è a Roma) terzino destro, con Florenzi davanti per coprire una fascia assaltata dalle scorribande di Jordi Alba e Iniesta.
In mezzo al campo, con De Rossi qualche metro dietro, ci sono Strootman e Pellegrini: il primo riesce a esprimere tutta la propria intelligenza tattica, trovandosi sempre al posto giusto nel momento giusto; il secondo gioca senza timori reverenziali, inserendosi con frequenza e non dando mai l’idea che il pallone “scotti” quando lo ha tra i piedi.
Dopo 37’ di controllo dell’avversario, anche con un po’ di fortuna (palo di Rakitic) e con qualche potenziale opportunità al solito non concretizzata dalla Roma, basta un errore in uscita e arriva l’incredibile autogol di De Rossi, di nuovo protagonista in negativo dopo “l’assist” a Insigne in Roma-Napoli.
Nella ripresa i giallorossi hanno subito la possibilità di pareggiare, ma il colpo di testa di Perotti, ben servito da Florenzi, finisce malamente a lato. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo però, ecco il raddoppio dei padroni di casa, con l’autorete di Manolas, goal che provoca nella Roma il primo vero scollamento. Arriva infatti subito dopo il 3-0 di Piqué, in contropiede, con la squadra di Di Francesco sbilanciata alla ricerca di una segnatura quando mancava ancora più di mezz’ora alla fine.
Entrato Gonalons per Pellegrini (perché non per De Rossi?), la gara vive una fase di stanca interrotta dal buon impatto sulla gara di El Shaarawy, largo a destra al posto di Florenzi. Proprio da una palla recuperata dal Faraone, dopo un eccesso di sicurezza di ter Stegen, Defrel, appena entrato, riesce a farsi ipnotizzare dal tedesco con la porta praticamente spalancata.
La Roma però è viva: Perotti entra finalmente in partita, prima impegnando ter Stegen con un bel destro, poi trovando l’assist per Džeko, che realizza un goal che sarebbe importantissimo per mantenere una fiammella di speranza in vista del ritorno.
Purtroppo, nella serata degli autogol e dei regali, non può mancare “l’assist” di Gonalons per Suarez che trova contro la Roma, manco a dirlo, la sua prima rete in Champions di quest’anno.
Il 4-1 finale, a meno di veri e propri miracoli, chiude ogni speranza per il ritorno dove comunque la Roma dovrà onorare l’impegno e lo stadio pieno, cercando in tutti i modi di fare un risultato positivo. Per i processi ci sarà tempo al momento giusto.