EDICOLA. Dzeko segna, la Roma sogna…
IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Non sembra vero, perché qui è stata persa l’abitudine a certe notti. Ma la Roma, con la Sud che canta il suo amore, è proprio lì, tra le migliori 8 d’Europa. Bentornata, 10 anni dopo. Il ribaltone, con il successo all’Olimpico contro lo Shakhtar, la spinge ai quarti di Champions, ripetendo il percorso fatto nelle edizioni 1984, 2007 e 2008 e inedito per la proprietà Usa: 1 a 0, il risultato perfetto, con la firma di Dzeko che a gennaio ha detto no al Chelsea preferendo la Capitale. Artefice del nuovo exploit, come a dicembre quando si piazzò nella fase a gironi davanti ai colleghi più celebrati Conte e Simeone, è Di Francesco che, da debuttante della competizione, ha riqualificato il club a livello internazionale. È andato avanti a testa alta tra le big del continente, pur non avendo più la rosa che nella stagione scorsa consentì ai giallorossi il primato di punti (87) della loro storia in serie A. Gli sono bastati i resti che ha saputo far brillare come le stelle delle Grandi. Un esempio rafforza la sua impresa: Karsdorp e Schick, i principali e costosi rinforzi del mercato estivo, non hanno giocato nemmeno un minuto in questo torneo.
NUOVO SPESSORE – La Roma, almeno fin qui, ha raccolto più in Europa, conquistando questa promozione dopo aver già ottenuto il 1° posto nella fase a gironi davanti al Chelsea e all’Atletico Madrid. In Italia, uscendo subito dalla Coppa Italia e presto anche dalla lotta per lo scudetto, ha appena ritrovato il 3° posto che, come il 4°, garantisce la partecipazione alla prossima Champions. Di Francesco, per raggiungere i quarti a 10 anni dall’ultima qualificazione, ha accantonato il turnover e ha scelto la sua formazione base. Così, nella notte della verità, è ripartito con gli interpreti già schierati nella gara d’andata in Ucraina, dove l’atteggiamento rinunciatario nella ripresa fu la principale causa della sconfitta, e soprattutto nella partita di sabato 3 marzo al San Paolo, dove l’equilibrio e il contropiede certificarono il largo successo contro il Napoli. Il 4-2-3-1, con Nainggolan vicinissimo a Dzeko, è evidente in partenza, quando i giallorossi attaccano. Ma l’atteggiamento di squadra è più articolato e prevede, in fase difensiva, proprio il 4-1-4-1, con De Rossi davanti alla linea arretrata, cioè il sistema di gioco che mandò in tilt il 4-3-3 di Sarri. Fazio dietro tiene alto il reparto, Strootman si aggiunge a Nainggolan nel pressing. Lo Shakhtar ha il controllo della partita con il possesso palla: anche il 4-2-3-1 di Fonseca, con Fred a fare il play, è camaleontico e si trasforma nel 4-4-2 per bloccare ogni iniziava avversaria sulle corsie. Si abbassanoBernard e Marlos, proprio come fanno Under e Perotti. L’equilibrio tranquillizza Pyatove Alisson, mai impegnati fino all’intervallo.
VERTICALIZZAZIONE DECISIVA – La trappola di Di Francesco scatta all’inizio della ripresa. Lo Shakhtar si fa trovare scoperto, con la difesa male allineata: Strootman lancia Dzeko che, tenuto in gioco da Butko, piomba in area e, con l’esterno destro, imbuca tra le gambe di Pyatov per l’1 a 0. Il gol rende più dinamica la Roma che, con Strootman e Nainggolan, costruisce altre chance, sprecate da Perotti, Dzeko e, quando entra per Under, Gerson. Fonseca inserisce Patrick per Stepanenko, ma perde subito Ordets, espulso per il fallo su Dzeko fuggito in contropiede. Alisson non rischiamai e chiude il match con il 16° cleen sheet stagionale, il 4° nelle 4 gare casalinghe di Champions. E l’Italia, dopo 11 anni, torna ad avere 2 club nei quarti: nel 2007, il Milan, poi campione ad Atene, e proprio la Roma. Che in questa edizione avanza con la Juve, tra le possibili avversarie nel prossimo turno.