CROTONE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Massimo risultato col minimo sforzo, per una Roma che a Crotone consolida il proprio terzo posto: la nona vittoria in trasferta racconta di una media migliore di quella avuta da Capello nel 2000-2001.
Di Francesco, dopo le fatiche di Champions, dà giustamente spazio a chi è più fresco e gioca meno: il turnover è calibrato anche sulle qualità dell’avversario, che ha di certo nell’ex romanista Ricci una delle migliori armi per cercare di bissare la salvezza raggiunta un anno fa in extremis.
Primo tempo dal ritmo non vertiginoso: quando la Roma riesce a far girare con un pizzico di velocità il pallone trova occasioni (Nainggolan, Gerson) e poi il goal con il redivivo El Shaarawy, servito da un Kolarov ormai di nuovo vicino ai livelli d’inizio stagione.
Se Bruno Peres e Gonalons lasciano rimpianti per le loro prestazioni (soprattutto il secondo, viste le potenzialità), al contrario Pellegrini si dimostra dinamico e reattivo in più circostanze, entrando da protagonista anche nell’occasione del vantaggio.
Nella ripresa la Roma ha subito la possibilità di chiudere la gara, ma Cordaz è bravo a respingere il destro di Džeko, ben servito da Nainggolan al termine di un’azione personale. È poi proprio il belga, capitano di giornata, a scoccare il sinistro che chiuderà il match.
L’impressione che si ha nel secondo tempo è di una Roma troppo certa del controllo della partita: s’inserisce forse in questo eccesso di leggerezza il rischio preso da Fazio – autore per il resto di un’ottima partita – che si lascia rubare palla da Trotta, fermato dalla solita sicurezza Alisson.
Ora arriva la sosta per le nazionali (ma quando cambieranno i calendari per evitare queste insopportabili interruzioni?): l’auspicio è quello di evitare infortuni di qualunque natura e riprendere poi con il rush finale della stagione, che ai tifosi giallorossi può ancora offrire la doppia sfida stellare con il Barcellona.