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ROMA-BENEVENTO SOTTOPASSAGGIO. Un sorpasso più sudato del previsto.

di Paolo MARCACCI – È stata più lenta la manovra della Roma o più sorprendente il vantaggio del Benevento dopo sei minuti, nel corso del primo tempo? Nel dubbio, abbiamo iniziato a porci una serie di domande, molte delle quali riguardanti gli aggettivi che nel corso dei mesi precedenti abbiamo utilizzato – o sprecato? – per più di un giocatore di questa squadra che stasera, nella prima parte di gara, si è fatta irretire dal palleggio dei campani, orchestrato da un puntuale e lucidissimo Sandro, acquisto di categoria superiore. Anche Guilherme, il brasiliano ex Legia Varsavia autore della rete del momentaneo 0-1, è sembrato di caratura tecnica più che degna, a parte la rocambolesca segnatura, ottenuta con una traiettoria sporcata da Manolas. Dopo l’esultanza dei numerosissimi tifosi delle streghe, la Roma ha iniziato a vedere gli spettri, pur cercando la reazione e, a onor del vero, arrivando più d’una volta dalle parti di Puggioni, reattivo soprattutto su un colpo di testa di Dzeko – solo in avanti come il protagonista di “Poster” di Baglioni su quella panchina fredda del metrò – e su una conclusione di El Shaarawy (lancio sontuoso di Strootman) da sinistra. Nel frattempo, dallo stesso lato era arrivato il cross di Kolarov per l’incursione aerea di Fazio: 1-1 di sollievo, non di soddisfazione, ovviamente. Troppo poco, sembrano più malinconici che incazzati i fischi che accompagnano Florenzi e compagni negli spogliatoi dopo il duplice fischio di Manganiello.

 
Il 4-2-3-1 non si tocca, almeno a inizio ripresa; sembra più vivace Ünder, più nella zona centrale della trequarti. Non sembrano però vacillare gli uomini di De Zerbi, puntuali negli anticipi e rapidi nel ripartire, sempre cercando Guilherme, efficace nel portare fuori posizione chi lo prende in consegna nei venti metri finali.
Minuto 56: entra Defrel per El Shaarawy, sperando che per l’ex Sassuolo sia la volta buona, anche se ancora una volta Di Francesco lo vuole in assistenza a Dzeko. Onestamente, allo scoccare dell’ora di gioco, anche dal tecnico ci si aspetterebbe qualche guizzo in più. Mentre facciamo questa considerazione, lo spunto di Ünder sulla destra recapita il 2-1 sulla fronte di Dzeko, che dopo il fremito della rete esulta in maniera quasi stizzita, sicuramente nervosa. 
Subito dopo, Lombardi per D’Alessandro nel Benevento.
Ora è un’altra partita, come dimostra l’azione del 3-1 al minuto 62: apertura nitida di Dzeko per Perotti sulla destra, palla indietro per Ünder e interno sinistro glaciale sul primo palo. Si scalda il cuore dell’Olimpico, che si comincia a godere il sorpasso sulla Lazio maltrattata al San Paolo. Cresce la puntualità di Gerson negli anticipi. Benevento ora sfilacciato e più lungo per distanza fra i reparti; su tale frustrazione la Roma può edificare l’arrotondamento del risultato. Si ha, tra l’altro, la sensazione che Dzeko lasci il cuore dell’area a Defrel, affinché si sblocchi.
Si scaldano anche Schick e De Rossi, fra gli altri, a bordo campo.
Nel Benevento, Letizia cede il posto a Sagna, altro giocatore dalla carriera prestigiosa approdato alla corte di Vigorito.
Minuto 75: l’interno sinistro di Ünder, dal limite, cesella una traiettoria che vale la saliera di Benvenuto Cellini; Puggioni ne può solo ammirare il luccichìo nell’angolino alla sua destra. Titoli di coda? Non ancora, perché subito dopo arriva il secondo gol degli ospiti, imbarazzante per la disattenzione difensiva che agevola il fraseggio tra Lombardi e Brignola che deposita la sfera alle spalle di Alisson. Del Pinto per Djuricic, altro cambio di De Zerbi. 
Minuto 82, ovazione per Ünder che cede il posto a Daniele De Rossi, il quale inizia stasera il proprio 2018 sul terreno di gioco.
Una splendida palla di Dzeko, in verticale, per Defrel, un pelo in ritardo nel presentarsi di fronte a Puggioni. Di certo, Dzeko stasera nella ripresa ha esibito piedi e intuizioni da trequartista, la qual cosa è tutt’altro che sorprendente, almeno per noi. Se ne vanno gli ultimi minuti con Schick che rileva Perotti: speriamo sia il vero ritorno, per il ceco. 
Va in archivio, quindi, una serata dal risultato alla vigilia prevedibile, maturato però tra imprevedibili difficoltà e troppo rischiosa per ciò che si poteva pensare fino al fischio d’inizio.
3′ di recupero, con rigore-ciliegina per mano di Djimsiti su cross di Dzeko da destra. Sul dischetto va Defrel, col pallone consegnatogli proprio dal numero 9. Angolatissimo, il 5-2.
Alla fine, un sorpasso più sudato di quanto il risultato faccia sembrare.

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