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EDICOLA. De Rossi e Schick precettati per il sorpasso

CORRIERE DELLA SERA (L.Valdiserri) – Se non ora, quando? La Roma non segna più di un gol dal 1 dicembre 2017, quando all’Olimpico battè per 3-1 la Spal, rimasta in dieci uomini per l’espulsione di Felipe all’11’. Il Benevento, che ha perso 11 trasferte su 11 in questo campionato, sembra l’avversario giusto per rompere il tabù e ridare fiducia all’anemico attacco (l’ottavo in serie A) che in 20 partite stagionali su 30 ha segnato un solo gol (15) o nessuno (5). Edin Dzeko non è al 100% e anche per questo è più probabile che sia Perotti a giocare trequartista nel 4-2-3-1. Defrel, ancora alla ricerca del primo gol in giallorosso, potrebbe dare il cambio al bosniaco. È una questione di fiducia, come ha detto Di Francesco. Ma quale dei due attaccanti ne ha più bisogno? Difficile dirlo.

«La Roma è sempre a trazione anteriore – ha spiegato l’allenatore alla vigilia -, al di là di chi gioca e chi va in panchina. La mentalità non cambia, la voglia di fare la partita c’è sempre. A volte ti riesce e a volte no. Però quello che dobbiamo cercare come prima caratteristica è l’equilibrio di squadra ed è quello che sto rivedendo, non solo nell’ultima partita contro il Verona ma anche negli allenamenti che abbiamo fatto in settimana. Sicuramente De Rossi non sarà della partita dal primo minuto, lo valuto semmai come una soluzione in più a partita in corso». Sì, perché l’allenatore ha convocato sia De Rossi che Schick, dopo il provino di ieri. Le assenze sono tante (Pellegrini, Nainggolan, Gonalons, Bruno Peres, Karsdorp) e il calcio di Di Francesco è dispendioso ma dopo il ko di ieri sera a Napoli ora c’è la possibilità di sorpassare la Lazio in classifica. La miglior Roma della stagione si è vista quando le rotazioni erano frequenti e la squadra poteva mantenere un ritmo sempre alto. Di Francesco pensava di contare su 18-20 calciatori, e invece si è trovato spesso con 14-15 giocatori. Colpa della sfortuna, degli infortuni, del recupero degli infortunati e anche di alcune sue gestioni. Ma ora non è tempo di analisi, è tempo di ritrovare la Roma una volta per tutte.

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