EDICOLA. Monchi chiede aiuto…
LEGGO (F.Balzani) – La dirigenza a Londra, la squadra in vacanza tra Maldive e Dubai, l’allenatore in Abruzzo. Per qualche ora l’alta tensione abbandonerà Trigoria, ma la crisi di nervi che ha colpito improvvisamente la Roma non passerà facilmente. Tra i più agitati c’è Monchi, l’uomo che avrebbe dovuto riportare serenità dopo il maremoto Spalletti-Sabatini. Le sue dichiarazioni, accompagnate da una faccia tutt’altro che rilassata, dopo la sconfitta con l’Atalanta hanno invece annerito ancora di più le nubi sul futuro. Il direttore sportivo spagnolo è atteso giovedì a Londra dove incontrerà Pallotta e Baldini (e dove già oggi atterreranno Baldissoni e Gandini) per fare il punto della situazione in un summit in cui sarà affrontato anche l’annoso discorso legato al main sponsor. Monchi non è preoccupato solo dalla mancanza di fondi per il mercato invernale (si comprerà solo coi soldi delle cessioni), ma farà presente al resto della dirigenza anche le difficoltà trovate all’interno di Trigoria.
Nelle ultime settimane, infatti, il ds ha dovuto parlare alla squadra con toni duri, gestire il caso Nainggolan e presentarsi davanti alle telecamere per giustificare una crisi profonda. Intorno a lui il caos: lo schiaffo di De Rossi, i video social di Radja, le lamentele di Dzeko e la furia di Kolarov che alla fine del primo tempo di sabato non le ha mandate a dire a qualche compagno («Io sto qui a farmi il c…o. Avete rotto, vaglielo a dire a quello che quando sbaglia neppure chiede scusa» avrebbe detto a Manolasriferendosi a Florenzi). Qualche minuto dopo Strootman è sbottato proprio ai microfoni della tv di casa con parole che non sono piaciute a parte dello spogliatoio. Insomma «i problemi dentro Trigoria» non mancano e Monchi non può risolverli da solo. Dopo nemmeno 6 mesi dal suo arrivo si profila già una nuova rivoluzione che a giugno potrebbe portare altrove alcuni senatori che a Roma non si sentono più motivati come un tempo. Prima però c’è da salvare una stagione che a meno di miracoli si chiuderà per il 10° anno di fila con tante promesse e zero trofei.