ROMA-QARABAG. “Storia di Ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Al di là del livello dell’avversario, la Roma ha la storica capacità di complicarsi la vita da sola nelle partite decisive: attendevo quindi la gara con il Qarabağ con quella dose di timore in più rispetto forse al dovuto. Gli azeri vengono a Roma senza nulla da perdere ma con la voglia di non sfigurare, presentandosi con un roccioso e ordinato 4-5-1 e dimostrando il perché siano riusciti a bloccare due volte l’Atletico Madrid.
Nel primo tempo i giallorossi, fino al destro finale di Nainggolan, hanno molte occasioni potenziali più che concrete, con Džeko che dimostra quasi da subito di non essere nella sua serata migliore. Fortunatamente, tra le tante qualità trasmesse da Di Francesco ai suoi, c’è la pazienza, fattore decisivo in campo soprattutto quando sei superiore all’avversario e devi aspettare il momento giusto per colpire.
L’attimo fuggente arriva al 53’ con due dei migliori in campo tra i protagonisti: Strootman che dà il “La” all’azione decisiva con un colpo di tacco di destro; Perotti che dopo aver servito l’assist a Džeko va a mettere alle spalle del portiere, realizzando un goal pesantissimo che suggella una prova di gran livello.
Parlare del secondo tempo di Nainggolan è quasi banale, farlo dell’ennesima prestazione di Kolarov potrebbe risultare addirittura stucchevole: meglio sottolineare allora la gara di Florenzi, che appare definitivamente recuperato, e soprattutto quella di Strootman, che dal derby ha finalmente alzato il livello delle sue performance, sempre inappuntabili da un punto di vista tattico.
Certo, ora sarebbe bello trovare un avversario abbordabile, ma inutile fossilizzarsi su questo: concentriamoci sul valore psicologico che questo accesso agli ottavi da primi, in un girone che più di ferro non si poteva, potrà avere per il prosieguo della stagione e facciamo i complimenti a squadra e soprattutto allenatore; le idee tattiche e la serenità di Di Francesco – in un ambiente passionale e tendente, come giustamente da lui sottolineato, ad accontentarsi – stanno facendo tutta la differenza del mondo.