ROMA-CAGLIARI. “Storia di Ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Il Cagliari che arriva all’Olimpico è una squadra in un ottimo momento di forma, reduce da tre risultati utili nelle ultime quattro di campionato, con l’unica sconfitta arrivata in casa contro l’Inter e suggellata da un goal irregolare dei nerazzurri.
Le premesse erano quindi quelle di una partita spigolosa anche visti i precedenti degli ultimi anni, con i sardi spesso ospiti indigesti, divisi tra marcatori improbabili (El Kabir) e portieri supereroi per una notte (Avramov).
Il primo tempo si trascina con ritmi portoghesi, col Cagliari che si difende senza affanno e la Roma che sviluppa anche belle trame ma non trovando praticamente mai, tranne poco dopo la mezz’ora quando Džeko viene contrato al limite dell’area, azioni veloci in verticale che possano sorprendere l’avversario.
La ripresa si apre con un fallaccio di Barella su Kolarov, salvato dal giallo, poi ecco il rigore su Džeko, netto (alla Roma ne manca un altro, al 68’, quando Andreolli tira giù in area Fazio): l’attaccante, tra l’altro, non guarda mai il portiere che lo colpisce ma solo il pallone. Perotti dal dischetto si fa ipnotizzare: probabilmente, è arrivata l’ora di modificare la modalità di calcio, che i portiere hanno ormai ben studiato.
La Roma mantiene sempre il pallino del gioco – Alisson fa praticamente lo spettatore, come spesso gli capita – non riuscendo però mai a incidere nel modo migliore, con tanti giocatori sottotono e l’atteso Schick ancora, fisiologicamente, alle prese con il recupero dopo sei mesi di inattività.
Sono partite come questa però – quinto 1-0 in questa stagione per i giallorossi – che forgiano caratteri e campionati: come non tornare con la mente al febbraio 2001, quando per superare uno scorbutico Lecce servì un colpo di testa di un altro difensore centrale argentino, Walter Samuel?
Il goal di Fazio con la doppia esultanza emoziona anche rivedendo la partita a freddo: nasce tutto dalla caparbietà della squadra e dal solito Kolarov, che si guadagna la punizione decisiva e la batte con la consueta maestria.
Ora il match con la Juventus – prima c’è da passare il turno di Coppa Italia contro il Torino – gara che in qualche modo poteva distrarre la squadra e condizionare le scelte del tecnico, visto Nainggolan diffidato: così non è stato e questo è un altro buon segnale di maturità che andrà confermato all’Allianz Stadium sabato prossimo, dove la Roma si giocherà davvero molto.