RIVISTA LA ROMA – Il Personaggio: Stephan EL SHAARAWY

Considerato fin da giovanissimo una delle stelle più splendenti del firmamento calcistico italiano, Stephan El Shaarawy, dopo anni di alti e bassi, a 25 anni appena compiuti (lo scorso 27 ottobre) è oramai pronto a fare il definitivo salto di qualità per imporsi nella Roma e con la maglia azzurra.

Un quarto di secolo generalmente è appena sufficiente per iniziare a costruirsi una vita ma a volte capita, come nel caso di Stephan El Shaarawy, sia più che sufficiente per potersi guardare indietro e tirare delle somme per poi iniziare a scrivere un nuovo, importante capitolo nella propria vita. Che sia fortuna, sfortuna o solo una conseguenza dell’atteggiamento nei confronti dei giovani talenti da parte di un Paese vecchio nell’anima non sta a noi dirlo, ma di certo sono storie che valgono sempre la pena di essere raccontate.

Quella di Stephan è una storia dei giorni nostri, nella quale il senso della contaminazione si fonde con il valore profondo delle radici. Suo padre, Sabri, è originario dell’Egitto. Laureato in Psicologia al Cairo si è poi trasferito a Savona, nei primi anni ’80, dove ha conosciuto Lucia, laureata in Infermieristica. Il fratello Manuel, a cui è molto legato, si è laureato in Economia e attualmente è il procuratore del fratello. Se quello che vediamo fare in campo è sicuramente frutto del talento, la pacatezza, la lucidità e i modi con cui si esprime in sala stampa e nelle varie occasioni pubbliche sono conseguenza di uno spessore familiare e dell’impegno di un ragazzo che, all’apice della popolarità e a soli 18 anni, mentre firmava un contratto “faraonico” col Milan, dava gli esami di maturità in una scuola pubblica.

Anche calcisticamente la storia di El Sharaawy è una storia dei nostri tempi, fatta di consolle e video, dai quali il giovane Stephan prendeva ispirazione imitando i giochi di prestigio di Ronaldinho e si dice che non andasse a dormire finché non riusciva a ripeterli.

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