MONCHI “Contro il Chievo la prova decisiva”
Questa mattina il direttore sportivo giallorosso Monchi ha partecipa alla presentazione del libro di Pinilla “El método Monchi”. Nella Sala Nuvola del Roma Convention Center, durante l’eventi “Piu libri, piu liberi”, il DS della Roma ha parlato con i giornalisti a margine della conferenza stampa. Queste le sue parole:
Avrebbe preferito avere Totti da giocatore o da dirigente?
Lo vorrebbero tutti i direttori sportivi del mondo da giocatore. Sono fortunato di lavorare con lui.
In che momento ha scelto Di Francesco?
Testimone Baldissoni: la prima volta che abbiamo parlato con Eusebio eravamo entrambi convinti che lui fosse il tecnico giusto per la Roma.
Quale dei rinnovi è stato il più difficile? Quanto manca per il contratto di Florenzi?
Nessuno è stato difficile perché tutti volevano restare alla Roma. Da Daniele, poi Strootman, poi Nainggolan, Fazio, Manolas e Perotti: tutti volevano restare qui. Questo è molto più semplice per un direttore, grazie anche alla società. Florenzi? Non so quanto tempo, ma sicuramente è il mio obiettivo. Florenzi e la Roma devono continuare insieme per ancora tanti tanti anni.
Che idea si è fatto del calcio italiano?
Io ho una buona impressione del calcio italiano ma parlo solo del lavoro sportivo. Visto da fuori ci si può fare un’idea sbagliata. Quando sono arrivato qui, posso parlare molto bene del lavoro dei club. Tutti gli allenatori del campionato sono italiani. Ho un’idea del calcio italiano molto positivo. Non parlate troppo male del calcio italiano, io da straniero penso che a livello di club le squadre italiane stiano facendo molto bene.
Il Metodo Monchi riguarda anche le giovanili. Come si fa a mischiare prima squadra e giovani?
È difficile quando la prima squadra ha un crescita importante. Il mio lavoro è fare la differenza. Storicamente la Roma è una squadra che ha preso tanti giocatori dal settore giovanile. La Roma in questo ha già fatto un lavoro importante negli ultimi anni. Per me sarà più facile arrivare a questo obiettivo. La seconda squadra per me sarebbe fondamentale, avremmo la possibilità di far lavorare di più i giovani. Un esempio, Antonucci: sarebbe meglio farlo lavorare nella seconda squadra a Trigoria, che in un altro posto.
A livello manageriale c’è differenza tra Italia e Spagna?
Quando sono arrivato a Trigoria sono stato molto contento di quello che ho trovato. Il livello è ottimo. Io devo continuare la strada che gli altri hanno percorso prima di me. Ma anche gli altri club italiani stanno capendo questo lavoro importante per il futuro. I giocatori ogni volta costano di più, mentre i giovani in casa sono meno cari.
Lei come ha conquistato Pallotta?
Non so se l’ho conquistato. Ho un buon rapporto con tutti i dirigenti. Ho sempre creduto che i nemici non devono avere la divisa giallorossa, magari blu, bianconero, giallo… il mio rapporto con Jim è trasparente. Questo rapporto per me è importante ma forse è più importante quello con Baldissoni o Gandini perché ogni giorno stiamo insieme.
Se l’urna degli ottavi dovesse mettere contro Roma e Siviglia, come la prenderebbe?
E’ una possibilità, risponderò se accadrà. Altrimenti divento matto.
Si potrebbe iniziare a parlare di rinnovo per Di Francesco? Quanto sente sua questa Roma che per alcuni scherzi del destino ha solo un suo acquisto tra i titolari?
Noi siamo molto contenti di Eusebio. Abbiamo fatto una scelta importante, abbiamo fiducia in lui. Non c’è miglior contratto della fiducia. La cosa più importante è il rapporto che abbiamo con lui. Io sono della Roma, non è mia la Roma. La Roma aveva già grandi giocatori prima del mio arrivo. Sono fortunato di essere arrivato in una squadra che ha avuto uno dei migliori ds prima di me.