EDICOLA. Roma, il gioco delle parti…
IL MESSAGGERO (U.TRANI) – Dzeko c’è. E c’è sempre stato anche nei due mesi di digiuno in campionato. In campo e comunque protagonista nelle giornate migliori della Roma. La novità, guardando a quanto accade da qualche ora sul pianeta giallorosso, è invece un’altra. Il centravanti non è più solo. Di Francesco deve solo scegliere i partner del bosniaco con cui completare il tridente. E’ già successo venerdì pomeriggio contro la Spal, accadrà ancora martedì sera contro il Qarabag,nella notte che vale la promozione agli ottavi di Champions. Con la tentazione più forte che ci possa essere in questo momento, cioè usare finalmente Schick dal primo minuto. Stavolta il ceco è davanti a Under e si gioca il posto sulla destra con El Shaarawy e Perotti.
FINALIZZAZIONE DA MIGLIORARE – La rete presa, ma anche l’efficacia limitata. Eusebio è stato pignolo nella valutazione dell’ultimo match. Non si regalano mai i gol, nemmeno sul 3 a 0. E soprattutto, quando si fa il tiro al bersaglio, il raccolto deve essere migliore. «Le tre reti, con trentasette tiri, sono poche». La Roma, sfacciata e sicuramente propositiva, si è scatenata davanti a Gomis, festeggiando il record nelle conclusioni in una partita di questo torneo: 37, come ha ricordato il tecnico giallorosso. Da primato anche quelle nello specchio: 15 (e addirittura le parate del portiere avversario: 12). A presentarsi, senza alcun timore di non inquadrare il bersaglio, difensori, centrocampisti e attaccanti: 15 tiri da fuori area, 22 dentro. Senza, però, concretizzare, come avrebbe voluto Di Francesco. Che adesso, proprio con Schick,pensa di poter perfezionare la fase realizzativa. Il ceco è più punta di El Shaarawy e soprattutto di Perotti. Si deve solo abituare alla nuova posizione in campo. Perché, come caratteristiche, non è esterno puro. Non è Salah, per capirsi. Ma di sicuro sa finalizzare. Usando il dribbling per arrivare in area a concludere o calciando dalla distanza.
MOVIMENTO MIRATO – Su Perotti il lavoro è stato fatto a Pinzolo. L’argentino, nel suo dna, ha la capacità di andare a cercare la fascia. L’allenatore, già in ritiro, gli ha chiesto di accentrarsi. Per andare al tiro o per favorire l’inserimento dell’esterno difensivo. Ha capito e con Kolarov si sta trovando alla grande. Ma, tornando alla partita contro la Spal, l’interpretazione migliore è stata quella di El Shaarawy. Assist da dentro il campo e anche qualche conclusione. Quando a destra è entrato Schick,ecco qualche azione in fotocopia, con il ceco a imitare il Faraone che, in particolare nel primo tempo, è stato decisivo a sinistra. E, con Schick in campo, è cresciuto Florenziche, trovando la corsia libera grazie al compagno, ha avuto più spazio per attaccare. Come, del resto, hanno fatto Kolarov prima ed Emerson poi sull’altra corsia, agevolati dal lavoro di El Shaarawy.
ANCORA IN BILICO – Bisogna aspettare ancora qualche ora per sapere se nel tridente, martedì sera, vedremo Schick dall’inizio. «Potrebbe» ha spiegato Di Francesco che si è tenuto il dubbio dentro il condizionale. In ogni allenamento controllerà i progressi del ceco, stando attento allo stato di forma. Nessuno sa, nemmeno Eusebio, quanti minuti ha nelle gambe Schick. Sui colpi e le giocate, l’allenatore e anche i compagni non hanno alcun dubbio. Possono far volare la Roma che, per la verità, è già ad alta quota in classifica.