EDICOLA. Radja e Pjanic: amici contro…
CORRIERE DELLO SPORT (G. D’Ubaldo) – È la sua partita, da quando è arrivato in Italia. Quando era al Cagliari per meritarsi la maglia bianconera, da quando è a Roma per averla rifiutata. Radja Nainggolan è stato a un passo dalla Juve, da quella società che lo aveva cercato, inseguito, corteggiato per più di un anno. Poi il colpo di fulmine con la Roma, l’amore consumato, darlo e riceverlo senza pentimenti, fino a consolidarlo nel corso degli anni. Radja ha voluto fortemente la Roma pur potendo scegliere di andare a guadagnare di più da un’altra parte, indossando una maglia con la quale sarebbe stato più facile vincere. La società ha fatto crescere Radja in giallorosso, ne ha fatto uno dei leader dello spogliatoio, il capitano dopo De Rossi e Florenzi. Insomma, uno da seguire come esempio, chiudendo gli occhi di fronte a qualche eccesso, alle uscite notturne del belga, la sua contenuta passione per il fumo, qualche esternazione sopra le righe. Comportamenti che sono in linea con quelli che Nainggolan assume in campo, senza risparmiarsi, con l’ardore di chi difende i colori giallorossi con orgoglio, con un profondo senso di appartenenza.
LA NOTTE DELLA BEFANA – Ecco che allora che da quasi quattro anni per Nainggolan questa è una partita speciale. Senza se e senza ma. Nella quale mettere tutto se stesso, per dimostrare di non avere rimpianti per quella scelta fatta quella notte della Befana del 2014 quando, dopo una trasferta del Cagliari a Verona, raggiunse il suo procuratore a Milano per firmare con la Roma, reduce da poche ore da una sconfitta per 3-0 proprio contro la Juve, che aveva convinto Sabatini e gli altri dirigenti a dare un’accelerazione alla trattativa per il centrocampista. Marotta aveva trovato un accordo di massima con Cellino, aveva strappato un diritto di prelazione al Cagliari. Ma alla fine Nainggolan si fece convincere dalla Roma. La Juventus ha continuato a stimare Nainggolan. Tanto che dopo il primo anno in giallorosso, quando il suo cartellino era ancora a metà tra Roma e Cagliari, provò a inserirsi e a convincere i sardi a disattendere un impegno. Ma il patto tra Capozucca e Sabatini, umbri veraci e un po’ naif, fu più forte di tutto, anche delle insistenze dell’Inter, fino a far salire la quotazione di Radja a livelli di vero top ten, pur inserendo abili escamotage tipici del mercato creativo dell’attuale dirigente nerazzurro.La Juve ha continuato a corteggiare Radja in segreto, spinta da Allegri, che conosce bene Nainggolan, il suo modo di fare calcio senza mai tirare indietro la gamba, per averlo fatto esordire in serie A ai tempi del Cagliari, quando questo giovanotto non ancora pieno di tatuaggi come oggi, era stato acquistato per poche migliaia di euro dal Piacenza. Paratici, che è di Piacenza, lo conosce proprio da quei tempi, quando ancora faceva l’osservatore per la Samp. E’ tornato sotto, ma non c’è stato niente da fare. Allegri lo fece esordire nel Cagliari e dopo cinque minuti Radja fu espulso. L’attuale tecnico della Juve aveva intravisto le sue doti, anche se non riuscì a sfruttarle, perchè dopo qualche partita fu esonerato.
VELENO SUI SOCIAL – Nainggolan in passato è stato spesso protagonista di polemiche sui social con i tifosi bianconeri. Anche in questo caso non si è mai tirato indietro. E lo scorso anno, dopo essere stato preso di mira con cori e fischi dal pubblico dello Juventus Stadium, salutò irriverente al momento di lasciare il campo. Ha detto senza nascondersi che per lui uno scudetto a Roma ne vale dieci con la Juve, ha fatto una scelta di campo che non ammette ripensamenti. Per questo ha preparato la sfida di stasera in modo speciale. Ci tiene a vincere a Torino per far crescere il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. I tifosi juventini non gli risparmieranno fischi neanche stasera, ma molti di loro lo vedrebbero volentieri con la maglia bianconera.