ROMA-CHELSEA SOTTOPASSAGGIO. Dolcetto 3 – Scherzetto 0
di Paolo MARCACCI – Dolcetto iniziale, in anticipo su ogni previsione, anche la più ottimistica. Il siluro di El Shaarawy demolisce qualsiasi eventuale ipotesi circa l’andamento della gara e il protrarsi, eventuale, dell’equilibrio. Ovviamente colpito a freddo, il Chelsea, ma non tramortito, come si capisce dalle incursioni di Hazard sul settore offensivo di sinistra. Numerosi, ma scolastici, quasi tutti gli interventi di Alisson.
Spesso infilata per vie centrali, la Roma, col rischio di mandare in affanno Fazio e compagni; del resto è la Champions, bellezza, che sul piano degli episodi perdona cento volte meno del campionato italiano.
Tanto Olimpico stasera, quanto ne invocavamo da tempo: non solo e non tanto per le presenze, quanto per la veemenza del sostegno.
In più di un’occasione appare in ritardo di una frazione di secondo, proprio quella che potrebbe creare superiorità sulla trequarti londinese, Kevin Strootman.
Minuto 37, lancio morbido di Nainggolan, tocco al marzapane di El Shaarawy, indigesto per Courtois, statua di sale sotto il tabellone del doppio vantaggio. Quello stesso tabellone che poco dopo diffonde l’inatteso vantaggio del Qarabag a Madrid.
Grande Alisson sul destro a giro di Alonso: intervento bello e prezioso come un gol, di un portiere che le sue credenziali le ha riscaldate tra i guanti di domenica in domenica, diffondendo sicurezza al reparto intero. Non si potrebbe finire qua, stasera, e tornarcene a casa così? Vale per il girone intero, tra l’altro.
Si ricomincia da Kolarov, che va via come Verstappen sotto la Tevere, di modo che il Chelsea capisca subito l’antifona e si frustrino le sue velleità di ribaltamento del risultato.
A ribaltarsi, tra l’altro, erano stati al termine del primo tempo i dati del possesso palla, cresciuto per la Roma dalla mezz’ora in poi.
Minuto 54, missile di Dzeko dal vertice sinistro dell’area, alto, dopo fraseggio tra Perotti ed El Shaarawy. Poco dopo Willian, nel Chelsea, rileva Cahill.
Sul fondo un diagonale a pelo d’erba di Morata al minuto 57, con il Chelsea che tenta di salire e stabilirsi nella trequarti romanista. Sin dai rilanci di Courtois, gli uomini di Conte giocano molto sulla qualità e sul palleggio nitido di Marcos Alonso, per tentare di riaprire una partita che al minuto 63 vede materializzarsi il 3 – 0 sulla sciolina del destro chirurgico di Diego Perotti, che per Courtois è come se materializzasse la testolina di “It” sotto un tombino. È notte fonda per il Chelsea, che sostituisce Fàbregas con Drinkwater. Vento fresco sull’Olimpico, aria di qualificazione. Nel frattempo, Dzeko – PARTITA MONUMENTALE – aveva aggirato mezzo Chelsea per poi servire Perotti che ha scaraventato in Curva Sud il 4 – 0. Gerson e Manolas per Florenzi – stremato – ed El Shaarawy, omaggiato da uno stadio intero.
Vola Courtois su un destro di Nainggolan, poi si oppone a un colpo di testa di Manolas – bentornato – che certificano, ove ve ne fosse bisogno, lo strapotere giallorosso nell’ottica del doppio confronto.
Prova il Chelsea a dare segnucci di vita, ma sono decimi alla pagella di Alisson.
Pellegrini per Perotti nel finale, tra applausi e canti liberatori.
Finisce così, nel tripudio generale:
DOLCETTO 3
GUFETTO 0