EDICOLA. La cresta alta del Faraone e il magico fluido di Totti
IL MESSAGGERO (M. FERRTTI) – Come fai a non crederci? Tu vedi segnare due volte El Shaarawy in poco più di mezzora contro il Chelsea e, per forza di cose, ripensi a quella foto che avevi visto solo un paio di giorni prima. Quella con il Faraone insieme con Totti e Del Piero in un ristorante capitolino dopo la partita contro il Bologna. Come fai a non credere che quei due maestri di gol (il Capitano un po’ di più, per ovvi motivi…) gli abbiano magicamente trasferito qualcosa della loro classe? Una suggestione, per carità. Nulla di certo. E di serio. Solo un pensiero. Della serie: non ci credo, però…
Al di là di tutto, El Shaarawy ha ricominciato esattamente da dove aveva smesso, cioè da quella porta sotto la curva Nord omaggiata con una rete pazzesca di sinistro al volo contro il Bologna. Trentasette secondi di gioco targati Champions e, oplà, un altro capolavoro, stavolta di destro, quasi sotto al sette. Tutto qui? Macchè. E allora il fluido di quei due numeri 10? Lancio in profondità, dormita dell’amico Ruediger, taglio di El Shaarawy e tocco di destro svelto svelto: palla ancora una volta alle spalle di Courtois. Tutto vero, tutto vero. Roma a cresta alta, si potrebbe (dovrebbe) dire. Roma avanti di due reti all’Olimpico contro i campioni d’Inghilterra nella notte di Halloween: nessuno scherzo, però.
IMMENSO EUSEBIO – Interrogativo all’intervallo: sarà in grado la Roma di portare a casa la preziosissima vittoria? Non (solo) valutazioni tecniche o tattiche ma soprattutto emotive. Legate (tanto) anche alla linea della difesa giallorossa praticamente all’altezza del centrocampo. Non è possibile rischiare un pochino meno? Non sarebbe meglio stare un po’ più coperti? Fai il ragionamento e immediatamente ti ricordi le parole di Di Francesco: dobbiamo stare di là, senza paura. Facile a dirsi, più complicato da digerire. E da osservare. Poi, però, vedi Perotti segnare quel gol, vedi che dietro non si soffre più di tanto e la strizza (sportiva, sia chiaro) si fa da parte. Fino a scomparire, lasciando il campo ad altre sensazioni. Brividi sì, ma non di paura. E, allora, capisci che Eusebio sta facendo davvero un eccellente lavoro, con quello che ha a disposizione. Il primato nel girone, dopo tutto quello che s’era detto al momento del sorteggio, deve essere, oltre che un punto di partenza, motivo di vanto e pure di grande riflessione. Con rinnovata, consolidata consapevolezza per il futuro.