ATLETICO-ROMA. “Storia di Ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Una Roma capace di non sfigurare di fronte a quello che è sempre un grande avversario, lascia i tre punti all’Atletico rimandando le possibilità di qualificazione all’ultima giornata: fosse mai che, storicamente, si riesca a non arrivare a doversi giocare tutto negli ultimi 90’ a disposizione.
Con il turnover annunciato – e che fino ad oggi è stato uno dei punti di forza di questa squadra – la Roma paga le occasioni non sfruttate meglio nell’ottimo primo tempo disputato e l’esperienza a certi livelli – venuta fuori nella ripresa – dei padroni di casa.
I problemi principali dei giallorossi sono sulla fascia destra, dove l’inadeguatezza di Bruno Peres tocca i suoi massimi nel contesto internazionale e la gioventù di Pellegrini e Gerson (per me, comunque, il migliore dei tre citati) ha limitato i due ragazzi anche perché Kuipers – sempre più inadeguato ogni volta che lo vedo – permette che i numeri 7 e 30 della Roma vengano serenamente picchiati.
A sinistra la catena Kolarov-Nainggolan-Perotti ha decisamente un altro passo: peccato manchi sempre il tocco finale preciso per arrivare a un goal che non sarebbe stato di certo immeritato.
Lì davanti abulico Džeko, che, rispetto alle ultime partite, è mancato non solo nella realizzazione ma anche nel grande lavoro che fa solitamente per la squadra: fosse stanchezza, sarebbe pure fisiologico.
Se davvero c’è stata nella squadra la presunzione accennata da Di Francesco – “reo” forse solo di aver ritardato troppo l’ingresso di Defrel – di certo questa sconfitta potrà perlomeno mitigarla, poiché davvero non ce la possiamo permettere.
Genova (e Spal) dovranno offrire risposte importanti da questo punto di vista in previsione del 5 dicembre, quando la Roma potrebbe scendere in Europa League così come accedere agli ottavi di Champions da prima. Dipenderà (quasi) tutto da lei e dalla testa con cui affronterà il già eliminato Qarabağ.