CHELSEA-ROMA. Pareggio è stato, ma che pareggio…
EDITORIALE – Mister Eusebio Di Francesco alla vigilia della delicata sfida di Champions aveva dichiarato che non avrebbe mai firmato per un pareggio ed in effetti la squadra giallorossa non ha giocato per un pareggio. Un primo tempo che ha visto inizialmente gli uomini di Antonio Conte partire sull’acceleratore, e seppur non meritato (vedi errori della difesa, rimpalli, etc), si sono trovati avanti 2 a 0 alla fine del primo tempo. Tutto sembrava nero per i giallorossi: sfortuna, infortuni e tanto altro. Ma c’era una cosa che non poteva passare inosservata: un ‘muro umano’ di 3.000 persone che cantavano ed inneggiavano i giallorossi sulle tribune dello Stamford Bridge. Una onda giallorossa che non ha mai smesso di cantare e di credere sugli uomini di Mister Di Francesco.
Parte il secondo tempo, e si capisce che è tutta un’altra cosa. I giallorossi, corrono, pressano, c’è solo una squadra in campo. Kolarov si inventa un gol da vero leader, una cosa che passa se vine fatta in allenamento, non davanti ad uno degli stadi più importanti d’europa. L’appetito vien mangiando, ed ecco che i giallorossi incominciano a credere che il miracolo si possa fare, che questa sera possa entrare di diritto nella bacheca dei ricordi dei tifosi giallorossi, ed ecco che Edin Dzeko decide di salire in cattedra: lo fa per i suoi tifosi, lo fa per il suo passato inglese al City. Non è importante sapere per chi lo faccia (approposito, ma è destro o mancino?), fatto sta che su un lancio di Fazio inventa il gol di giornata: tiro di collo al volo di sinistro e palla in rete, proprio sotto lo spicchio dei tifosi giallorossi.
Il pareggio è raggiunto, ma la Roma non gioca per il pareggio. Lo sanno i ragazzi in campo, lo sa il mister. Ed ecco che sempre lui, la ‘boa’ giallorossa, tira fuori la sua specialità: punizione di Kolarov e anticipo di testa dell’attaccante giallorosso. La Roma è in vantaggio. Purtroppo il sogno viene infranto da un gol di Hazard, che colpevolmente lasciato solo in aria, di testa riporta la partita in pareggio. Forse la vittoria avrebbe scritto indelebilmente il nome di questa partita, almeno quella recente, come Lione o Madrid, ma credo che tutti ora si siano accorti del percorso della Roma e delle sue capacità. Ha fatto vedere in Europa come gioca e che tecnico promettente ha in panchina, capace di pareggiare una partita a scacchi contro Antonio Conte, uno dei migliori tecnici in Europa. Al materiale tecnico ed umano, provate ad aggiungere un certo Karsdorp ed un certo Schick, e ci sarà da divertirsi. Pertanto ci prendiamo il pareggio, e lasciateci dire… che pareggio.